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Nascendo in un mondo costruito e regolamentato da chi ci ha preceduti, giungiamo presto e per necessità ad accettarne le condizioni, i traguardi, e a considerarlo come l’unico possibile. Ogni società fa in modo che i suoi membri accettino una determinata struttura del proprio modello, e in modo quasi subliminale li istruisce a regole conformate alla morale e a norme regolamentate da un’etica di parte o inesistente.
Sin da bambini le nostre menti vengono condizionate a una visione fissa e insindacabile del mondo. Ogni membro della società guardando ciò che lo circonda constata che la stessa realtà è avallata da tutti, e per essere anch’egli integrato deve tenere “i piedi per terra” e adeguarsi. Tuttavia, questa “terra” non è affatto solida come gli hanno insegnato, né tantomeno – come molto ingenuamente egli crede – è l’unica possibile. Ogni paradigma sociale è sostenuto dal tradizionalismo culturale e dalle convinzioni morali inculcate nella maggioranza delle folle che, incapaci di uscire dal circolo vizioso in cui sono imprigionate, le alimentano inconsapevolmente.
Le nostre convinzioni, i nostri gusti e le nostre azioni sono il risultato di influenze esterne a cui cediamo automaticamente per essere accettati, per paura di non essere visti come “normali”. Non siamo realmente noi a vivere nel mondo, ma è questo tipo di mondo a vivere attraverso di noi. Veniamo costantemente spinti ad accettare (o peggio ancora a valorizzare) la nostra condizione di “ingranaggi sociali” e a non essere “pessimisti” o critici nei confronti del sistema in cui viviamo; supini, siamo vittime della nostra stessa ignoranza.
Eppure, sono molti coloro che avvertono l’opprimente sensazione di essere intrappolati in una “realtà” a cui non riescono a dare un senso; sempre più individui avvertono nel profondo quell’angoscia esistenziale che, incompresa, conduce molti al nichilismo, alla depressione o alla ricerca di “paradisi artificiali” fatti di spiritualità tout court, abusi di ogni genere o sostanze psicoattive. Fuggire dalla proprie responsabilità, stordirsi o nascondere la testa sotto la sabbia non ha mai offerto una soluzione.
L’unico modo per uscire da questa prigione psicofisica è risvegliare la tua vera Essenza, ricominciare ad ascoltare la vera voce interiore e trovare il coraggio di seguirla.
Solo quando il criceto scende dalla ruota si accorge di essere in gabbia, e allora deve scegliere se restare fermo, in gabbia, o muoversi ma non più girando su una ruota.
Ardire è Gioire, provare per credere.
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Hermes