Bontà e Essere

Le relazioni ordinarie dell’uomo sono in larga parte contraddistinte dallo scambio.
Nelle molteplici interazioni tra individui, su innumerevoli livelli e gradi d’esperienza, si evidenzia quale costante il binomio del dare per avere, o se si vuole il rendersi disponibili per ottenere in cambio sicurezza, considerazione e visibilità. Questo scambio, da un punto di vista più ampio, denota un marcato senso di limitazione e l’impressione che per crescere, per aumentare, per perdurare, per sussistere e dunque per Essere, si ha bisogno di ottenere, di prendere attingendo dal di fuori ciò che in fondo ognuno possiede già dentro di sé.
Lo scambio egoistico evidenzia il vivere in una cosxienza di limitazione personale, egocentrica, povera e ristretta.
Coloro che non si avvedono di tale restrizione credono in una falsa generosità, quell’idea di altruismo tanto in voga nel mondo contemporaneo.

La maggior parte degli individui seppur animati dai più alti e nobili propositi, nei rapporti quotidiani adottano la modalità dello scambio; quando danno qualcosa rimane in loro un vuoto che bisogna subito riempire ricevendo un’altra cosa in cambio. Naturalmente è un errore.
La verità sta nel fatto che, se invece di rimanere rinchiusi nelle piccole personalità, potessero allargare la cosxienza sino al punto di non più identificarsi alle cosxienze altrui, rinchiuse a loro volta in limiti ristretti e angusti, ma andando oltre, dilagare ovunque sino ad unirsi ad una Cosxienza più ampia, Unitaria, e unificandosi far crollare le barriere per allargare le ristrettezze e spezzare i limiti auto imposti.
Finché esiste il senso della limitazione, si vuol prendere perché si ha paura di perdere. Questo è il motivo.
Se fossimo “diffusi” in tutto, se le influenze, le energie, le forze, le vibrazioni universali che vengono e vanno esprimessero il bisogno di fondersi in tutto, di allargarsi, di crescere, non dentro i propri limiti ma andando oltre le barriere, immedesimarsi a tutto, non ci sarebbe più nulla da perdere, perché si sarebbe e si avrebbe tutto ciò che serve al nostro cammino animico.
Tuttavia, nell’uomo ordinario tale modalità d’Essere è qualcosa che ancora s’ignora.
E siccome non se ne conosce a fondo la Possibilità, si rimane dove e ciò che si è.
Si cerca di prendere su ogni piano, materiale, emotivo, sentimentale, mentale; si vuole accumulare e accumulare, non rendendosi conto che non si può accumulare, stipare, conservare più di quanto realmente serve. Si elargisce un pensiero buono e ci si aspetta riconoscenza; si concede un po’ d’affetto e ci si attende che venga subito contraccambiato, solo perché non si possiede la capacità di essere il pensiero buono in tutto, di essere la bontà, la comprensione, la visione e la tenera sincerità in tutto. Si è pervasi dal senso dei limiti e si ha paura di perdere, si ha paura di perdere perché si teme di rimpicciolire, di scomparire, di non esistere.
Tuttavia, con la pratica costante dell’osservazione e della disidentificazione si perde il bisogno di esigere.

Più ci allarghiamo in fatto di Cosxienza più ci si diffonde, più diventiamo vasti, capienti, pieni, e più semplice è Essere.
Allora, invece di prendere si è portati, diremmo costretti, a dare. Quanto più si da più si cresce. Ma per far ciò bisogna uscire dai piccoli limiti del proprio egocentrismo. Bisogna evocare in sé e immedesimarsi nella Forza Divina, imitarla per commensurarci all’influenza della nostra anima, per sradicare i legami delle condensate influenze del proprio ego.
È molto difficile, ma con l’impegno costante e un’Aspirazione che non viene meno, vi si può riuscire. Questa modalità esistenziale dovrebbe essere priorità per tutti coloro che scelgono una Via rivolta alla Verità e alla Libertà di esprimere a pieno la propria Ragion d’Essere.
L’Essere Vero essendo Unità è lampada a sé stesso. 

Hermes

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