Gli esseri umani sono spesso portati a giudicare gli altri con lo stesso metro con il quale giudicano se stessi, seppur sia evidente che ognuno abbia una diversa età spirituale. Ognuno ha raggiunto un diverso stadio evolutivo nei vari aspetti della sua personalità e bisogna prendere in considerazione diversi fattori di base. Le caratteristiche, i talenti, i punti di forza e i compiti sono diversi in conseguenza delle inclinazioni e principalmente dallo stadio raggiunto nelle precedenti incarnazioni.
Se un individuo è già in grado di conoscere e affrontare la propria natura inferiore, ma non si attiva per pigrizia, invidia, superbia, vanità e orgoglio, o per una qualunque altra ragione, scegliendo una linea di minor resistenza, costui prima o dopo dovrà sostenerne le conseguenze: attraverso la Vita pagherà il corrispondente prezzo nella misura in cui ha creduto di prendere senza dare.
Nel Lavoro su di sé, non si giudica in senso moralistico, non si punisce nessuno perché non esistono meriti e demeriti. In questo Lavoro se Vedi credi, e per Vedere bisogna conoscersi, comprendersi. Pensare in senso ordinario, profano, e associare il Lavoro alla realtà di superficie è sempre un errore. La Vita e Dio non si ergono a giudici per punire i peccatori come ci insegnano le religioni, siamo solo noi a punire noi stessi, nella misura in cui ancora accettiamo l’illusione restando immersi nelle credenze e nell’ignoranza.
Quando la vita ci mette alle strette, non è perché Dio ci punisce, ma perché si sono messe in moto delle forze contrarie al nostro piano evolutivo. Quando viene trascurato il personale compito evolutivo, è lo stesso Scopo divino che opera attraverso di noi per poter giungere alla realizzazione pianificata in precedenza. Questa è l’unica Autorità che va realmente amata e riconosciuta.
Hermes
Tratto da La Sacra Realtà – Atto II: L’Avvento dell’Uomo N-Uovo (Sei Altrove Edizioni), pag. 115-116: puoi saperne di più e acquistare il libro cliccando qui