Il Giuoco Divino

L’azione divina è come il gioco del bambino; non nasce mai da un interesse egoistico particolare, non è rivolta ad acquisire, a gratificare qualche istanza subconscia, non mira a scopi di espansione di sé a scapito di altri, non toglie e non mette, offre. Diremo, questo tipo di azione è innocente, è un’azione senza azione, è uno stato di essere senza desideri, un’azione semplice, limpida; è il vivere per il vivere, senza alcuna pretesa e sovrapposizione. L’azione quando conforme al Principio è spontanea, non implica alcuno sforzo, alcuna tensione, alcun conflitto. In sintesi questa modalità d’Essere può essere definita il gioco cosmico dell’uomo; il gioco innocente dell’esistenza, suadente, simile al sorriso di un infante.
Per legge di Polarità, l’azione del gioco divino è contrapposta all’azione astuta e predeterminata dell’individuo ordinario, interessato ad acquisire potere, affetto e sicurezza poiché incompiuto, scisso dal proprio senso di manchevolezza.
In questo stato cosxienziale, ogni azione individuale sarà sempre motivata da un interesse egoistico, rivolta a scopi di gratificazione e di appagamento sensoriale, all’espansione dell’io e alla sua affermazione, caratterizzata dal senso melodrammatico che ne contraddistingue le ordinarie vicende quotidiane.
Dato che questo gioco è generalmente velato dall’illusione, l’uomo profano non riesce a riconoscere la Divinità che lo ha prodotto: egli stesso. È solo a causa di questa “maya” che l’uomo non è ancora capace di vedere la connessione divina che esiste fra uomo e uomo e tra uomo e universo. Senza una piena comprensione di questo fenomeno spazio-temporale, la vita umana resta una continua lotta di sopraffazione, di tensioni, di abbrutimento, di dolore e sofferenza perché non si realizza quella giusta azione, innocente, non drammatica, rilassata, che si esercita quando si sperimenta un gioco tra bambini o nel semplice scambio di relazioni autentiche senza interesse alcuno. Senza tale qualificazione, l’uomo non possiede alcuna possibilità concreta di evolversi consapevolmente poiché, abbandonato al suo destino, schiavo della propria incompiutezza, diviene preda delle Leggi meccaniche dell’esistenza.
Tuttavia ogni uomo dentro di sé è spinto a superarsi, a conoscersi, ad Essere ciò che è.

L’osservazione di sé, il rendersi conto del proprio pensiero inconsapevole, meccanico e ripetitivo, è uno dei momenti iniziali del cammino evolutivo; questa scoperta rende l’uomo un aspirante, sempre più attento e vigile all’interno e all’esterno di sé; un ardente desiderio di libera-azione, di conoscere e comprendersi affiora in lui sostituendo il vecchio modo di pensare e… giocare.

Il “sapere di non sapere” è un altro importante passo verso l’Aspirazione, che è volontà di avvicinarsi alla Verità che si intuisce essere dietro le apparenze del mondo sensibile, velata dalle coercitive credenze sociali e dai molteplici punti di vista personali.
L’aspirante che accede a tale comprensione anela quindi alla conoscenza, ad ogni livello.
Per quanto riguarda le conoscenze celate dalla scienza e dall’informazione, egli si rende conto che ciò accade perché tale scienza e tale informazione sono ancora dipendenti dal “potere delle credenze”, dalla paura del cambiamento inatteso, dalla Verità. Quando i pensatori liberi avranno raggiunto una qualificazione sufficiente, non sarà più consentito a pochi di tenere in stato di sudditanza i tanti; trasparenza, condivisione delle conoscenze, rispetto per il diritto all’informazione, prosperità d’intenti, saranno la norma nella società inclusiva del prossimo futuro, nella quale si concepirà che il Potere non risiede nel dividere per imperare, ma nell’unire per meglio “Servire”.
Non si tratta di un idealismo irrealizzabile: intorno a noi vediamo individui sempre più preparati ad “andare oltre le apparenze”, a voler essere autentici, liberi, disposti a rifiutare quella “vita normale” che li costringe nell’ignorante illusione dei sensi.
Con l’avvento di un mondo rivolto alla condivisione e alla circolarità delle idee e delle informazioni, gli “uomini e le donne di Buona Volontà” sono chiamati a contribuire affinché sia assicurato a coloro che si rivolgono al nuovo paradigma l’accesso a più ampie conoscenze e alle loro possibili applicazioni nei vari reami dell’esistenza umana.

In merito alle conoscenze ancora ignote alla maggioranza degli uomini (la vera storia della Terra, l’evoluzione dell’umanità, il succedersi delle razze e delle civiltà arcaiche, la costituzione occulta dell’uomo e i poteri in esso inespressi), possiamo far riaffiorare queste conoscenze dagli insegnamenti “esoterici”, che oggi diventano sempre più “essoterici” con l’avanzamento mentale dell’umanità, con l’apertura del cuore e l’innata curiosità verso la Scienza Iniziatica, la quale unisce, per natura, gli animi.
Tali conoscenze riguardano il Mondo delle Cause (spingendosi anche oltre), di cui il nostro mondo visibile non è che l’effetto, o per meglio dire il riflesso di un riflesso.

Gli individui “pronti”, che si interrogano sulla Vera Conoscenza, e lavorano per raggiungere i requisiti necessari per intraprendere il Sentiero dell’Essenza, sentono che la Verità si svela a chi, avendola intuita, si consacra totalmente ad Essa e che la Comprensione si amplia man mano che l’aspirante procede al perfezionamento di sé, conoscendo e curando i tre piani su cui ogni uomo si manifesta: fisico, emotivo, mentale.
Essi considerano il corpo fisico, l’emotività e la mente strumenti per l’espressione di sé e sono costantemente impegnati a migliorarne “capacità e prestazioni” per meglio qualificarsi, determinarsi, esaltando le proprie qualità e gli specifici talenti. In particolare lavorano affinché l’umanità tutta si elevi dal piano emotivo – ove perlopiù è oggi situata ed identificata in modo immaturo in balia di incostanza, insicurezza e vaghezza – al piano mentale superiore, ove è possibile produrre fermi atti di volizione ed elevati propositi operativi utili al singolo e alla collettività. Tali propositi sono ispirati alla piena volontà di concretizzare nella materia le tre qualità necessarie nei momenti di transizione: Volontà, Amore e Intelligenza.
Le anime “risvegliate” ritengono infatti essenziale una nuova modalità d’Essere, da concretizzare in Opere ispirate all’Amore intelligente e alla Libertà creativa, coese da una ferma e penetrante Volontà che diriga i tempi e i modi di realizzazione.
Dette Opere devono saper offrire, a diversi gradi di manifestazione, uno slancio e un sostegno a tutti coloro che sentono forte la necessità di cambiare il proprio stato personale, oggi strutturato sulla paura e sulla manchevolezza, per avvicinarsi alla propria Realtà interiore costituita di Fiducia, Entusiasmo, Verità, Bellezza e Armonia.
Costoro sanno che l’energia segue il pensiero e che “tutto è in rete”, al pari della rete informatica, che per analogia è simbolo fisico dell’interconnessione globale del pensiero a livelli energetici più sottili e intelligibili. Essi, pertanto, considerano che ogni pensiero e ogni azione hanno ripercussioni, nel bene e nel male, in se stessi, nella collettività e dunque in tutto il Pianeta.
Nasce da ciò la necessità di una diversa conoscenza della struttura psichica, del funzionamento della mente e della vigilanza dei movimenti meccanici in cui l’uomo ordinario si identifica per abitudine reiterata. 
E questo richiede dedizione, energia e Tempo.

Il Tempo è sacro per colui che, trascesa la propria idea del Tempo, diviene causa sui.

Il Gioco e il Tempo 

Ad un certo punto del Sentiero l’uomo è chiamato a rendersi conto del modo con cui è solito “consumare” il proprio Tempo.  
Potremmo definire l’uomo ordinario un orgoglioso ostinato o meglio, un egoista incompiuto, il quale per “interesse” e forse per un’ingenua fame di riconoscimento, dedica gran parte del suo tempo ad inseguire tendenze, mode del momento e credenze preconcette che spesso velano desideri irrealizzati e dunque una certa incompiutezza: questa modalità di vivere è chiara indicazione dell’uso che fa costui della propria esistenza. 
L’aspirante al vero invece, il neofita, userà il proprio tempo con rinnovata discriminazione e con saggezza, perché intuisce che il tempo è sacro per la propria evoluzione e, “al contempo”, può essere un fidato amico o un pessimo nemico, risorsa e limite, energia e dissipazione, ricchezza e povertà, opportunità e disperazione, congiunzione e separazione. Consapevole quindi del valore del Tempo, l’aspirante lo utilizza allora come una possibilità da sfruttare al Meglio delle proprie capacità e qualità. 
Ad un certo punto del cammino terreno, infatti, ogni attività “che consuma tempo” viene vista in funzione della Luce che può apportare alla cosxienza individuale e all’umanità, con la quale sentiamo sempre più in profondità di costituire un unico Scopo e un solo Corpo. Allora si comprende l’enorme valore del tempo, spesso, come dicevamo sopra, utilizzato in modo improprio perché misconosciuto nella qualità e banalizzato nella quantità. Tuttavia, è invero che se un individuo possiede tutto ciò che desidera, ma non ha tempo, è l’uomo più povero del mondo.

Il tempo è denaro recita una massima. 
Si comprende allora che imparare a utilizzare il proprio tempo, e il denaro che da esso ne deriva, è un preciso dovere per avere padronanza delle forze in gioco che muovono i fili della sudditanza a cui l’uomo comune è asservito per genuina ignoranza.
 
Per Giustizia, a chi ha avuto più tempo e più denaro la Cosxienza (Legge d’Equilibrio) chiederà un rendiconto più intransigente, lo stesso vale per chi riceve più talenti e qualità.
Attraverso l’esperienza e la padronanza acquisita si matura che Tempo e Denaro sono innanzitutto forza-energia, e quando meglio comprese ricchezze e opportunità, non utili esclusivamente per colmare mancanze o per avere sicurezze, ma principalmente da utilizzare quali strumenti di Vita da condividere con gli altri, di certo con sana e consapevole discriminazione, secondo le circostanze e le necessità del momento. Comprendiamo che tutto ciò che si dà ritorna come ricchezza accresciuta al donatore stesso (Legge di Retribuzione). Comprendiamo che il dare è ovvio e naturale, e non frutto di particolare “bontà” o “generosità d’animo”: ma si sa, si può dare qualcosa solo se si possiede. Comprendiamo che “beneficenza” è termine anacronistico e inopportuno che vanifica sia la dignità di chi riceve che di chi soccorre; essa va sostituita con la gratuità spontanea e con il senso amorevole scevro da qualsivoglia aspettativa. Comprendiamo che il dare è giusta restituzione di quanto abbiamo ricevuto e accumulato di superfluo e che, a ben vedere, oggi è energia che “appesantisce”. Comprendiamo che “dare” e “avere” sono l’inspirazione e l’espirazione stessa dell’anima, dell’universo, dove ciascun regno dà a quelli inferiori e contestualmente prende da quelli superiori (Legge di Compensazione). 
Risolta la paura della solitudine e della mancanza, realizziamo che il Denaro è energia cristallizzata che va fatta circolare a beneficio di uno Scopo comune e quindi messa al servizio dell’Evoluzione. Comprendiamo che la cooperazione, la collaborazione e l’Insegnamento sono il segno distintivo dell’uomo risvegliato che utilizza le Forze in gioco non più per benefici egoistici e personali, ma per alimentare lo Scopo di quanti sentono vero che Essere altro è davvero possibile. 
In sintesi, il Desiderio, il Tempo e il Denaro, prima motivi di conflitto e sofferenza, nell’individuo risvegliato si rivelano risorse da utilizzare al meglio per l’evoluzione di sé, dei propri simili e della Vita tutta.  
L’inizio del Sentiero è sempre legato alla “morte” del desiderio di ottenere e di essere altro da ciò che si è. Una morte consapevole, quindi cosxiente, produce un liberatorio svelamento, una “decompressione” dell’energia congelata in noi che, ora fluida, inizia a scorrere nelle nostre vite. Potremmo definirla disillusione della personalità, che non trova più dilettevoli i suoi giochi egoistici e crudeli nel desiderio di acquisire, di potere, di arroganza, di prestigio, di facili “successi”, di incosciente deresponsabilizzazione nei confronti del proprio viaggio animico, del tempo e del denaro e della propria Vita.
 
Tuttavia, tale morte è nascita per il Sé, che inizia ad essere direttore della vita Reale.
L’individuo è ora un Uomo N-Uovo, un Poeta Pensatore, un Filosofo, un Artista, e percorrendo la Via con la persistenza dell’Aspirazione, diventa, attraversando i quattro stadi di Vita, un Discepolo Iniziato e infine un Maestro, un Realizzato in Vita.

Nella Tradizione sono evidenziati quattro differenti stadi di vita che si possono percorrere, a vari gradi, in virtù delle qualificazioni animiche e specifiche di ognuno. 
I primi due stadi sono il discepolo-studente che sta imparando a camminare sul sentiero e il cosiddetto capo famiglia, colui che ha appreso la Via e che può assumere ogni genere di responsabilità. Questi due stadi di vita devono essere portati avanti nel mondo e per il mondo, poiché il mondo non può essere “fuggito” ma va contenuto, integrato, questo per evitare (qualsiasi) evasione dalla realtà, fughe psicologiche e così via. Gli altri due stadi sono quelli dell’eremita e del rinunciatario, e per ovvietà riteniamo che non sia “tempo” di approfondire questa tematica.

Il Centro sperimentale Sei Altrove non fu fondato perché ci fosse uno specifico desiderio da parte mia, ma perché in gruppo potessimo ricevere la possibilità di ancorare certi Principi su questo livello, vale a dire un influsso dei Grandi Misteri dal livello Metafisico in questo piano d’esistenza. Oggi noi tutti, indistintamente, lavoriamo qui e cerchiamo di concretizzare insieme questa Possibilità con grande modestia. 
Questa consacrazione allo sviluppo Armonico dell’uomo, a vari livelli e gradi, attraverso il Centro di Pedagogia Sei Altrove offre la possibilità che la Tradizione si perpetui e continui, ed è di grandissima importanza che ciò accada. Se ora siamo in grado di seguire questi insegnamenti è perché tale possibilità ci è data da coloro che prima di noi hanno concretizzato la stessa Possibilità attraverso il Lavoro e la propria Realizzazione.
Questa Verità ci sprona a non avere alcuna illusione a riguardo e procedere fiduciosi con la nostra personale auto-realizzazione.
Siamo tutti invitati.

La Saggezza Celeste sia ignea Forza della Nuova Cultura e Civiltà.
Sic et Nunc

Hermes

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