Nell’umana natura, come un pungolo, soggiace un’Eterna condizione di insoddisfazione.
Una tensione interiore che ricerca instancabilmente una condizione, una perfezione, un momento essenziale, che, nell’evolvere, esprima Quiete.
Una quiete che, pur essendo nella dinamicità del mondo esteriore, si riveli stabile centro trascendendo il consueto e l’ordinario.
Nasciamo per divenire questo stato di quiete, per evolvere, per perfezionarci e trovare una condizione essenziale che riveli Unità e Amore.
Il Lavoro su di sé è la base di questa Unità, seppur poco compreso, ed è l’unica vera volontà che può dare spinta alla continuazione del processo Evolutivo e collettivo in essere. L’unica condizione richiesta per accedere a questo passaggio è immergersi in questa insoddisfazione, un’atavica mancanza a cui tutti noi interiormente siamo chiamati a rispondere.
Rispondere alla chiamata equivale ad intraprendere un viaggio. È come essere su un transatlantico che attraversa uno sconosciuto oceano che separa due terre, per condurci a scoprire chi siamo, da dove veniamo e perché siamo in cammino…
Tratto da Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente, Vol. III: Omeostasi Superior (Sei Altrove Edizioni) – clicca qui per info