Le emozioni negative

Non esiste alcuna ragione inevitabile per cui l’azione di qualcun altro o qualche circostanza esterna debbano produrre in noi un’emozione negativa.
È soltanto la nostra risposta ad un evento esterno – la densità, la lentezza, la non presenza, la debolezza – a far sì che ciò accada. Nessuna emozione negativa può esserci indotta se noi non lo vogliamo: è sempre una nostra responsabilità cedere il nostro spazio a entità esterne. Sperimentiamo emozioni negative perché non conosciamo noi stessi ed i nostri funzionamenti, e per questo motivo cediamo loro per paura il nostro Reale Potere. Nessuno può avere potere sul nostro stato emozionale. Ognuno di noi è il solo responsabile della sua latente schiavitù: tu solo hai il Potere, conoscendoti, di rifiutare queste entità.

L’uomo “Nuovo” prende Cosxienza dell’importanza estrema che assume la “non espressione delle emozioni negative” nel suo percorso evolutivo. La non espressione delle emozioni negative non corrisponde alla loro soppressione, ma consiste nel praticare l’immobilità, sviluppando l’autosservazione, perché l’espressione delle emozioni negative è sempre basata sul pensiero erroneo, sull’“identificazione”, che è una manifestazione e una conseguenza del pensiero automatico. Sicché il controllo delle emozioni è un processo di autosservazione innanzitutto, e di conseguenza diviene una pura trasformazione mentale.
Tutte le possibilità di sviluppo evolutivo sono contenute nel riconoscere, accettare, assimilare e trasformare le emozioni negative; esse altro non sono che il nostro Sale, il SALE della nostra terra. La vera Priorità in questo autoconoscersi emozionale è limitare la risposta e smettere di reagire interiormente e meccanicamente.

Hermes

Tratto da Sintesi e Frammenti di Pensiero Vivente, Vol. I: Metallurgia Metafisica, pagg. 121-122 (clicca qui per info)

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