Non ci siamo mai chiesti…

Non ci siamo mai chiesti cosa sia la morte, con tutto il nostro essere. Viene sempre presa in considerazione nei termini della sopravvivenza, come se fosse la continuazione della vita in una catena o con un movimento incessante. Ma la sopravvivenza è solo sopravvivenza di ciò che è conosciuto. Agiamo dal conosciuto al conosciuto. Desideriamo la continuità e ci attacchiamo alla sopravvivenza senza mai interrogarci sulle origini di questo desiderio. Non ci osserviamo, non siamo presenti e dunque non ci accorgiamo che la paura della sopravvivenza è soltanto una vuota proiezione del pensiero partorita dall’io immaginifico creato dai fantasmi del passato e dalle interrotte preoccupazioni per l’incerto futuro. Le nostre stesse identificazioni con la vita: il governo, il lavoro, la famiglia, la casa, i miei successi lavorativi, la mia evoluzione spirituale… limitano le nostre potenzialità oscurando la vera visione della Realtà. Quando ciò è compreso chiaramente, possiamo affrontare la questione della continuità senza sentimentalismi e senza la nostra abituale ambizione all’affermazione di noi stessi.

Liberi da preconcetti e alleggeriti dalle credenze, iniziamo a vivere e a volare. Il mondo è noi stessi, sempre.

 

La Compagnia d’Altrove

 

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