Omoastroghenia: l’Arte di Contemplare la Memoria


La scienza della Cimatica [vedi qui] ci insegna che il suono crea immagini e che le immagini imprimono, al pari di una foto-grafia, la matrice informativa contenuta nella vibrazione sonora. Le immagini, quindi, sono la raffigurazione spaziale del suono creatore. La “Lux” che scaturisce dal “Fiat” primordiale. Hermes Trismegisto, nel Pimandro, descrive con maggior chiarezza il momento originario della creazione del mondo, l’Archèrgon, l’Opera primeva che vede la parola creatrice, il Verbo, quale Figlio di Dio:

“Ille potenti verbo Domini cuncta creata nunciat, hic [mercurius] verbum illud lucens, quod omnia illuminet … filium Dei esse asseverat”.

“Egli annuncia che tutto è creato per mezzo del potente Verbo del Signore, poiché è [Mercurio] a farlo brillare, affinché possa illuminare tutte le cose… [il Verbo] è figlio di Dio, afferma”.

Per comprendere meglio il ruolo fondamentale delle immagini e l’implicazione che queste hanno sulla realtà dell’universo, e quindi nella nostra vita, è necessario approfondire la conoscenza e il ruolo che hanno gli Archetipi nei vari livelli e diversi piani della manifestazione.
ARCHETIPO significa etimologicamente modello principiante o immagine prima; da: ARCHÈ = Principio e TYPOS = Modello esemplare. Appare evidente che l’immagine prima, ossia l’Archetipo, è la più tangibile manifestazione vicina al Proposito divino; tanto potente da porre in ordine le forme secondo la sua peculiare legge di Creazione. Nelle cattedrali, nei templi e nei luoghi sacri di tutto il mondo sono custoditi la storia e il sapere antico fissati nelle immagini epiche, nelle allegorie e nei fregi simbolici in cui le gesta dei grandi, le virtù dei santi e le forze trascendenti lasciano il segno. E che dire della Scienza che, con la scoperta dei neuroni a specchio, ha provato come la trasmissione dei comportamenti possa avvenire attraverso l’osservazione empatica. In questo modo i bambini imparano imitando le posture e le abitudini degli adulti attraverso una naturale mimesi, e tale trasmissione avviene anche sul livello psichico grazie a ciò che i greci definivano mimesis, e ancora 
mimos quale rappresentazione teatrale. Il linguaggio delle immagini è, dunque, il più adatto ad essere recepito subitamente da ogni ordine ed ente costruttore nei piani dimensionali della manifestazione materiale. Ciò è presto dimostrato dal potere delle immagini che, notoriamente, valgono più di mille parole [vedi qui]. Gli esempi potrebbero essere molti, non a caso la nostra è definita “la Civiltà delle immagini”. Dietro l’apparenza di un uomo vi è un folto aggregato di archetipi che deve essere armonizzato affinché la sua risposta all’ambiente non procuri scissione e dolore.

In questa definizione sta tutto il potere del linguaggio delle immagini-modello che in sintesi definiamo Archetipi. La specificità tematica delle “Archài” è altresì palesemente dimostrata dalle Gerarchie angeliche della tradizione giudaico-cristiana. Anghelos significa messaggero o servitore e ha lo stesso significato degli Dei greci o dei Deva orientali. Le Gerarchie angeliche hanno il compito di dare forma alla creazione di Dio: questo il loro servizio. In un certo senso sono l’incarnazione delle qualità divine che manifestano la creazione: Archetipi. Ogni gerarchia, dai Serafini agli Arcangeli, testimonia la specializzazione di Archetipi costruttori a seconda del grado vibratorio e quindi della dimensione spazio-temporale in cui opera.

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Fine Parte I

Parte II: https://seialtrove.altervista.org/omoastroghenia-arte-contemplativa-della-memoria-parte-ii/ 

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