Non è possibile per l’individuo ordinario, che si identifica con la sua personalità, comprendere o apprezzare in pieno il significato delle profonde implicazioni del suo stato sovvertito, sotto molti aspetti surreale e a tratti allucinato.
L’individuo medio, anche se erroneamente, è convinto di essere la sua personalità. Non ha modo di paragonare le esperienze di quest’ultima a ciò che è realmente, e a quanto intimamente sente di aver perduto. La bellezza e la meraviglia dell’Essenza sono per lui totalmente un’umbratile chimera.
Per reprimere le deficienze e le emozioni negative associate a tali esperienze, è necessario che l’Essenza in tutti i suoi molteplici aspetti sia completamente ed efficientemente oscurata e relegata nell’inconscio. Infatti, se l’Essenza riemerge nella cosxienza, rende inevitabilmente cosxienti anche le carenze ed i ricordi ad esse legati.
Quando l’Essenza è oscurata, la personalità pretende di sostituirla. L’involucro pretende di essere l’Essenza. La menzogna sostiene di essere la verità, per cui è vero ciò che appare e falso ciò che è. Non vi è da sorprendersi che si dica che l’uomo vive all’incontrario.
Questa situazione è illustrata chiaramente dalla storia sufi in cui si racconta di come i servitori di una grande casa si impadronirono di essa quando il padrone si assentò per un lungo periodo. Con il passar del tempo, essi dimenticarono di essere dei servi; dimenticarono quali fossero la loro posizione e funzione; e finirono perfino per credere che la casa fosse la loro. È tempo per il padrone di ritornare.
Riprendere possesso della divina dimora, è oggi, per molti, una priorità assoluta.
La Compagnia d’Altrove