Polarità

La nostra cultura, offuscata da un’acuta e ignorante cecità, non contempla ancora del tutto la Legge di Polarità, con la quale autodetermina il suo stesso concetto di società, e ancor meno che il medesimo Principio polare di causa-effetto, oltre a manifestarsi nelle innumerevoli creazioni della vita “sensibile”, operi per causa interdipendente anche sui diversi piani psichici e mentali, sia nelle masse che nel singolo individuo; quantunque questa legge sia ampiamente riconosciuta dalle religioni e dalle diverse branche della scienza ortodossa, dal sistema insomma, viene ancora largamente trascurata dagli enti preposti all’istruzione scolastica e alle molteplici discipline predisposte alla formazione dell’individuo. Alla luce di tale evidenza, per bilanciare, possiamo affermare semplicemente che trattasi di una “svista” di massa contemplativa.

Ogni azione produce una reazione, e quindi, laddove si ricerca spasmodicamente piacere-benessere non può non generarsi una controparte corrispondente di dolore-malessere. Il piacere e il dolore, al pari di ogni coppia di contrari, sono due facce della stessa medaglia che coesistono l’una al servizio dell’altra. In sintesi, la spasmodica ricerca incontrollata di piacere-benessere, ben evidente nelle società mentalizzate, non fa altro che produrre per compensazione la corrispondente realtà di dolore e sofferenza: il piacere-felicità è sempre effimero e volatile, il dolore-tristezza, invece, è durevole e tangibilmente fisso e statico.

Hermes

Fonte: Un Tuffo dal Profondo – La Fonte Inesauribile (La Sacra Realtà, Atto III), Sei Altrove Edizioni – di prossima pubblicazione

 

 

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