Rivoluzione interiore

L’uomo è tormentato da indefiniti conflitti, specula su ciò che è il frutto delle sue immaginazioni, è attanagliato dalla condizione del bene e del male e da tutte le dualità relative allo stato particolare di consapevolezza in cui vive. D’altra parte, tende in maniera inconscia alla perfezione, a migliorare il suo destino e quello del prossimo.
Di continuo si trova di fronte problemi insolubili: sul piano personale, religioso, scientifico, educativo ed economico-sociale. Per ovviare a questa modalità di vita, tenta di trasformare strutture, regimi, filosofie e costumi, ma non tocca l’Essenza, causa recondita di questo stato di cose; in altri termini non trasforma se stesso. A che vale fare una rivoluzione, allontanare dal potere una particolare classe di individui, quando questi sono sempre avidi di ricchezze, di desideri materiali incontrollati, intrisi di cupidigia, di brama, di orgoglio e separatività? A che vale sostituire un “regime” con un altro quando gli individui, nella loro cosxienza, sono sempre gli stessi?

Voi non potete trasformare la società fino a quando non trasformerete voi stessi. Ma trasformare se stessi è cosa ardua, difficile. Fare una rivoluzione sociale è più facile che attuare una rivoluzione in se stessi. Uccidere i nemici esterni è più facile che debellare quelli interni. Fino a quando vediamo con l’occhio dell’illusione cadiamo sempre nell’errore, anche se quest’ultimo apparentemente può non sembrare tale.

Hermes

Liberamente affiorato da “La Fonte Inesauribile”: La Sacra Realtà, Atto III – Un Tuffo dal Profondo (di prossima pubblicazione)

Precedente Imitazione Successivo Risorse e opportunità

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.