Semi di una nuova Civiltà

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Nell’attuale crisi globale-esistenziale la scienza e la tecnica hanno raggiunto, almeno potenzialmente, l’obiettivo di influenzare le masse ed apparire come un perfetto strumento di potere, fin qui funzionale e indiscutibile, capace di dirigere il destino degli individui dettando le nuove regole di una neo società transumanista e globalizzante. A tal fine, gli attuali modelli tecnocratici hanno sviluppato, in modo efficiente ed efficace, gli strumenti necessari per far sì che ogni uomo, asservito o meno volontariamente, sia costretto a piegarsi all’effigie della “nuova religione globale”, così da precludergli ogni possibilità di divenire pienamente consapevole della potenzialità della vita e non essere più padrone dei flussi dei suoi pensieri e del governo delle proprie azioni.

Ma sono proprio questi stessi strumenti, per ora utilizzati per suggestionare e manipolare interi popoli, che negheranno la fatua speranza che hanno evocato, evidenziando il vero fine di coloro che ossessivamente li hanno perseguiti e ostentati.

“Se questa scienza che grandi vantaggi porterà all’uomo, non servirà all’uomo per comprendere se stesso, finirà per rigirarsi contro l’uomo”, profetizzava Bruno qualche secolo fa.
Questa conoscenza empirica e analitica di cui siamo così orgogliosi, la nostra inventiva orientata al materialismo e al comfort e le sue ricche ricompense sociali, la nostra determinazione a cercare il potere distruggendo la vita e la materia, piuttosto che adeguarci alle energie della Natura, mentre la barca a vela si adatta semplicemente al vento, tutta questa metodologia della scienza contemporanea è responsabile sia del successo che del fallimento che immancabilmente si avvererà.

Le conquiste di successo non possono essere separate dall’uso che ne ha fatto l’uomo in generale attraverso la finanza, la religione e la politica, dal motivo del profitto o dalla sete di potere sociale, dal dominio di classe e dalle esigenze derivanti dal nostro particolare approccio filosofico e religioso all’esistenza, alla vita cementata in città, allo spirito evoluzionista a danno della biodiversità, e a tutti i tipi di relazioni interpersonali e di gruppo votati al solo scopo di “consumare” e fruire senza criterio delle risorse della nostra feconda nutrice e Madre: l’Universo.

Quello che invece possiamo e dobbiamo fare per la sopravvivenza della nostra autenticità e per l’affermazione della nostra Essenza è comprendere questo innegabile fatto e realizzare un’irrevocabile separazione tra Essere e apparire. Questo è certamente un processo quanto mai prioritario e necessario che si prospetta per tutti noi, e sotto molti aspetti si dispiega per essere non solo tragico ma catartico ed evolutivo.
Questa ammissione deve coincidere con la piena consapevolezza, perché richiede una profonda crisi individuale, capace di dilagare ed influenzare il campo sociale e collettivo, rivelandosi rimedio e strumento di bonifica psichica.

Siamo davvero predisposti? Vogliamo davvero vedere tutto ciò e attraversarlo senza sosta, irrevocabilmente, indiscutibilmente?
Siamo pronti a sacrificare i nostri dogmi ereditati, le nostre certezze fatue, le dipendenze coatte dettate da una società morente? Siamo veramente pronti per Essere i semi della nuova civiltà? Questa è il dilemma a cui siamo chiamati, questo l’appello a cui dover rispondere.
La soluzione a questa inderogabile chiamata è assisa nell’intimo di ogni uomo e di ogni donna: basta far tacere il rumore di superficie e prestare orecchio ai suggerimenti dettati dal Cuore. È vero che, prima o poi, ogni Cuore si chiede del perché del suo battere.

Siate puri come colombe e astuti come serpenti recitano le Scritture; la vera astuzia del serpente è Vera Conoscenza.

Buon Solleone 

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La Compagnia d’Altrove

 

 

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