Togliersi la maschera

Siamo dei robot biologici programmabili a piacimento. C’è ben poco che possiamo fare di “nostro” se prima non comprendiamo questo e lavoriamo per riprendere il comando della nostra vita e di noi stessi così da riscrivere liberamente il “modello” da seguire.

L’uomo cerca di colmare un vuoto con oggetti e piaceri superficiali, si cinge di sicurezze effimere e di ideali illusori, e per questo resta perennemente in uno stato di emergenza e insoddisfatto. Tutto ciò che fa e che pensa è per il suo piccolo “io”, che in realtà non esiste.
L’uomo è una creatura incompleta che cerca pateticamente di preservare una personalità fittizia che gli permetta di vivere in accordo a un mondo idealizzato che esiste in larga parte solo nella sua mente. Tutto ciò che intraprende e in cui crede è piuttosto insignificante, e destinato a dissolversi come neve al sole senza lasciare traccia alcuna.

Nel mondo esteriore non è l’amore che “move il sole e l’altre stelle” ma il bisogno, la necessità di conformarsi, la brama di possedere, il demone dell’apparire, leve potenti della schiavitù psicofisica.
La vera arte è rinascere, e per farlo bisogna ricostruirsi dentro.

L’uomo può nascere, ma per nascere deve prima morire, e per morire deve prima svegliarsi.

G.I. Gurdjieff

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La Compagnia d’Altrove

 

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