Una nuova Armonia

Non ha molto senso supporre che un cambiamento radicale avverrà facilmente e all’improvviso, solo perché abbiamo sviluppato ogni sorta di nuovi strumenti e possiamo andare su Marte e alterare il DNA delle cellule.
Ciò che deve essere trasformato è molto più profondo delle cellule; è l’ombra del passato generazionale umano, poiché alla fine ogni uomo è il prodotto del proprio passato. È l’inerzia radicata e sepolta del materiale psichico umano, le memorie collettive delle invasioni, dei fallimenti, delle guerre e dell’odio, le paure del buio e dell’ignoto, l’insicurezza cristallizzata di miliardi di piccoli ego ereditata e viva in ognuno di noi.

Una trasformazione è possibile, e a questo punto inevitabile; ma è ingenuo credere che possa essere facile e istantanea.
Non potrà mai realizzarsi pienamente in modo stabile, coerente e permanente, a meno che i concetti irriducibilmente dualistici e la competitività su cui si basa la nostra civilizzazione della crisi non vengano superati, e sostituiti da nuove realizzazioni strutturate su modelli di ordine ontologico e cosmico, e di armonia attraverso la diversità funzionale delle leggi universali.
E tutto ciò non crediamo sia possibile che avvenga su una Terra da cui l’uomo si è massicciamente alienato, una Terra che egli sta inquinando, avvelenando e violentando per la soddisfazione del suo folle ego, ormai più che titanizzato.
La bilancia delle ere ci mostra come la Terra con estrema sintesi produce ciclicamente i suoi naturali equilibri.  Se la nostra attuale civiltà non può essere umiliata, allora dovrà inevitabilmente essere umiliata.

Tuttavia, non potrebbe essere anche che l’umanità stia attraversando un periodo di febbrile riadattamento e che, una volta che la crisi avrà fatto il suo corso frenetico, l’uomo inizierà di nuovo a vivere in armonia con il pianeta e con la natura, ma con un livello di cosxienza e di attività più elevato? Questa è la domanda cruciale che ci poniamo.

La Compagnia dell’Altrove

 

 

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