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[Segue dalla 1ª parte: leggi qui]
Comunemente si crede che lo sforzo e la pratica imposti con la forza della volontà possano creare delle particolari abilità, ma la Consapevolezza, essendo uno stato d’essere, non rientra nel campo delle discipline che si possono sviluppare con un metodo o un’operatività pratica.
La Consapevolezza non rientra nello sforzo impositivo, ma si apre spontanea alla “vigilanza” rispetto agli avvenimenti della vita. Per sviluppare consapevolezza non dobbiamo produrre nuove acquisizioni mentali, modificare le abilità del pensiero, e neppure avere particolari capacità di analisi o talenti mnemonici, anzi, tutto ciò è un ostacolo per il focus dell’attenzione necessario alla presenza consapevole. Tutte queste abilità appartengono alla sfera mentale, mentre la pratica mistica determina soprattutto un’attività di natura interiore, spirituale, in cui il pensiero analitico e la ragione sono sempre meno attivi così da creare spazio alla rivelazione senza sforzo insita nel momento presente.
Spesso si parla della consapevolezza che sorge in assenza del pensiero, ed è vero; la mente, al pari degli altri corpi, quando governata dall’Essenza diviene uno strumento funzionale al servizio dell’uomo cosxiente.
Se percepiamo l’esperienza del vivere accentuando la tranquillità e la quiete interiore, possiamo osservare accuratamente ciò che sorge nella nostra cosxienza, ed essere ricettivi a tutti i dettagli dei relativi fenomeni, restando concentrati nel naturale stato d’attenzione, nel semplice osservare ciò che è.
In questo stato si sperimenta la realtà senza il bisogno di analizzare e processare dati, indispensabile quando si cerca di capire o interpretare. Quest’assenza di attività mentale è riconducibile ad un “livello alterato di cosxienza”; in fondo è proprio questo stato di quiete nella testa la condizione naturale della mente.
Lo stato di Consapevolezza non esclude la mente, semplicemente la trascende. Una mente quieta è pura osservazione contemplativa, mai statica, piuttosto è paragonabile alla calma di un felino che, quantunque riposi, è nel contempo anche pronto all’azione.
Continua…
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Hermes