Una nuova luce

In queste ultime settimane si è fatto appello alla responsabilità di ogni cittadino, alla salvaguardia del bene e della salute comune, al sacrificio e allo sforzo congiunto per poter attraversare questa situazione eccezionale che su diversi livelli di esperienza, volente o nolente, coinvolge tutti. Eppure, questo periodo di domicilio “coatto”, a parte le limitazioni, offre un’imperdibile opportunità per un profondo esame di cosxienza, un sano spunto di riflessione volto a comprendere dove eravamo nella “normalità” vissuta fino a qualche mese fa. Crisi esistenziali di questo livello inducono l’uomo ad interrogarsi, a chiedere risposte: vuole capire dove è diretto, in chi o cosa crede veramente (famiglia, istituzioni, lavoro, religione), cosa rincorre e cosa davvero vuole dalla vita, e quanto di tutto quello che ha vissuto fin qui è vero e cosa invece non lo è. Grazie alla sincerità, è possibile chiarire quale sia il vero senso della nostra Vita, e se la risposta produce uno shock, allora si è pronti ad abbandonare le illusioni del passato e intraprendere una nuova vita rivolta al Risveglio della Cosxienza, capaci di accettare le sfide del domani. Visto da una prospettiva più ampia, questo momento storico rivela un travaglio globale e annuncia una profonda e irresistibile transizione: abbiamo attraversato una porta e non si torna indietro.
Per ora è cosa assai utile mantenere una visione imparziale della realtà così da rimanere distaccati dalla pressione psicologica (influenze negative) generata delle interpretazioni mediatiche che simili ad un tormentone estivo alimentano sentimenti contrastanti di frustrazione, rabbia e paura ingiustificata.
Un detto molto saggio recita: “Troppi galli a cantà nun schiara mai juorno” (“con troppi galli a cantare non fa mai giorno).

Nel frattempo è utile prestare attenzione alle norme imposte dagli enti istituzionali che mirano a contenere gli effetti di questa macro influenza, ciò nondimeno, è ancora più sensato rivolgersi dentro di sé e osservare consapevolmente il surreale scenario in cui per ora siamo partecipi. Urge chiarezza, fiducia, rinnovato intento, pazienza, aspirazione e accettazione degli eventi, qualità-forza che non possiamo trovare nei bollettini ufficiali, ma solo dentro di noi.
Quest’emergenza ci accomuna indistintamente, per cui la nostra priorità deve focalizzarsi sul non “calare di attenzione”, essere vigili e motivati così da essere meglio preparati ai possibili risvolti che, al suo termine, questa “pandemica esperienza” produrrà quale effetto boomerang nella vita del singolo e della collettività.

Questo processo alla fine della giostra non potrà non mettere in discussione tutto quanto acquisito in materia di politica economica e di vita sociale nell’ultimo mezzo secolo di rivoluzione industriale globale dai nostri governi democratici. È innegabile che in ambito sociale ed economico la vita in occidente sembri soddisfare il sogno dei cittadini perché offre possibilità di sviluppo nell’istruzione, nella carriera, in famiglia, in ambito di benessere e abbondanza di beni, altresì va ricordato che per tutto questo “ottenere” esiste un altro lato della medaglia e un prezzo da pagare. Per mantenere gli standard sociali di cui sopra, gli stessi governi ricorrono alle propagande liberiste basate sulla crescita illimitata in materia di progresso, ricchezza, consumo e benessere, gli stessi che impongono i vaccini preventivi obbligatori, gli armamenti per la difesa preventiva obbligatoria (come se gli olocausti delle guerre mondiali non avessero più nulla da insegnare), la prevenzione per la salute, lo spread preventivo e tutte quelle misure preventive che giustificano i grovigli istituzionali di tali governi. Cosa cercano di prevenire, o per meglio dire evitare davvero i governi con queste politiche di facciata liberista ma con modalità spesso impositive e coercitive? Ricordiamo che prevenire e controllare restano una polarità indissolubile. In ambedue dimora un’occulta paura.

Una nuova consapevolezza nel mondo può e deve risvegliarsi, e forse per molti avverrà in modo brusco, l’importante è che le aspirazioni sopite in ogni uomo di buona volontà che desidera essere strumento consapevole del Divino Disegno, e vivere in un mondo libero ed equanime, diventino a questo punto la sola ed unica priorità.
Le democrazie di oggi hanno esaurito, e forse dimenticato, la spinta iniziale che diede vita al bruciante desiderio di uguaglianza, fraternità e libertà tra i popoli.
La maggior parte delle politiche occidentali oggi basano i loro programmi sul mantenimento degli standard di sicurezza e di opulenza e quindi sulla circolazione illimitata di beni di consumo. Di riflesso, per mantenere questi canoni sono costretti a produrre sempre maggiori quantità di beni-servizi e quindi ad incitare e promuovere un numero sempre maggiore di consumatori, che possano utilizzare e fruire dei beni prodotti: modelli basati sulla quantità e non sulla qualità non possono dare vero valore alla Vita.

Non è più possibile giustificare, e ancor meno negare, che l’esaltazione a tutti i costi e la ricerca di felicità basata sul profitto e sulla dottrina quantitativa materialistica siano state per le culture occidentali fari indiscussi degli ultimi cinquant’anni generando un’idolatria dei “regimi” democratici. Tuttavia, per legge di polarità, è utile ricordare che ad ogni espansione si produce una complementare contrazione, per cui allargando la prospettiva possiamo capire che le democrazie attuali siano un riflesso sfocato di una forma di neo autocrazia, quest’ultima molto vicina all’oppressione, alla limitazione e al despotismo.

Si definiscono “despoti” quegli individui che si servono delle suggestioni, delle dipendenze, delle emozioni negative, delle pulsioni tristi e dei codici d’accesso alle paure altrui per dominare i singoli individui e le masse. Tra i despoti possiamo annoverare i tiranni tout court, i leader politici e i capi religiosi e ai giorni nostri si potrebbe facilmente allungare la lista al capoufficio, al direttore generale, al professore e finanche all’impiegato comunale. È pura evidenza, da sempre, che tutti i potenti alimentano le paure dei popoli per soggiogarne il corpo, i sentimenti e lo spirito. La paura soggiogante può manifestarsi e invadere gli individui in molteplici forme: come paura di uno stato militare, di una punizione divina, di un’amministrazione intransigente, di un fallimento, di un’economia tirannica, di una pandemia, di un mondo privo di sicurezza, di una catastrofe, di una brutta notizia, ecc. Per avere la pseudo sicurezza di essere protetti da tali paure, la storia ce lo insegna, i popoli sono disposti a rinunciare alla loro libertà. In più la stessa storia annovera molti esempi di sovrani tiranni e di religioni dispotiche capaci di assoggettare interi popoli imprigionandoli in dogmi e suggestioni, usando la felicità e il piacere solo come valvola di sfogo e in determinate modalità prestabilite e da loro stessi imposte.

In passato la paura delle guerre e delle epidemie, come pure la nefasta distorsione del timor di Dio riadattata col timore della collera divina, condannavano interi popoli a una sorta di morte spirituale e ad una vita volta alla sola sopravvivenza materiale. Sarebbe stato lecito attendersi che le grandi rivoluzioni figlie dell’Illuminismo portassero al superamento di tutto ciò. Ma dal momento che il più delle volte le rivoluzioni si compiono all’insegna del terrore, nel corso di esse sono emerse nuove forme di rinnovato e più sottile dispotismo, una sorte di terrore-panico mentalizzato, che hanno contribuito a consolidare la genesi di quelle che le avevano precedute. Non a caso il concetto di “dispotismo illuminato” è nato dalle menti degli statisti-filosofi illuministi che nei fatti hanno ottenuto un mero riadattamento dei sistemi monarchici che avevano così tanto ingiuriato e combattuto. In seguito, e fino ai giorni nostri, molti popoli si sono liberati dalle guerre, dalle carestie, dalle epidemie, e ciò ha consentito loro di vivere per qualche tempo in una sorta di età dell’oro in cui sembrava soffiare un vento di libertà e di democrazia.
Ciò nonostante, ben presto le paure dominanti sono tornate a manifestarsi sotto altri aspetti, grazie alla sovra informazione, all’eccessivo rilievo assegnato dai media a drammi spesso molto lontani o a presunte e conclamate epidemie, all’insicurezza latente, all’incertezza riguardo al futuro. Sono questi gli ingredienti necessari per far sì che un popolo si rivolga a un precettore, ad un salvatore o, alla peggio, a un “despota illuminato”, che gli offra una soluzione che lo liberi o lo protegga da mali che sovente egli stesso ha contribuito a desiderare e concretizzare: in sintesi dall’enfatizzazione delle sue paure.
Per riuscire a privare qualcuno della sua libertà basta fargli credere che tale libertà è un dato acquisito, ovvero un bene inalienabile: le sue barriere difensive crolleranno in un istante e al despota-salvatore di turno non resterà che imprigionarlo in una suggestione a “grappolo”, un dorato labirinto, alimentata da nuove paure, poggianti a loro volta sul fondamento delle sue credenze e delle sue personali incompiutezze.

Si comprende dunque che, in un momento delicato come quello che stiamo attraversando, gli effetti provocati dalle suggestioni su un intero popolo sono relativi a quelli prodotti sui singoli individui e viceversa: in entrambi i casi, la volontà è di fatto alienata e i desideri si cristallizzano in passioni negative, in impotenza, in stati depressivi o nella peggiore evenienza in vere e proprie ossessioni. La divulgazione massiva dei media attraverso la rete amplifica in modo esponenziale questi stati d’animo, generando proiezioni future di ansia, sfiducia, rabbia, paura e fobia.
In ultimo vogliamo ricordare che il XX secolo ha assistito alla nascita di Internet, che sembrava destinato a diventare un grande strumento di libertà, come in effetti è stato nei primi anni, quando cioè coloro che lo utilizzavano erano ancora una minoranza. Ma negli anni seguenti ha conosciuto una crescente diffusione, che dapprima ha suscitato il panico nei “despoti moderni” i quali però, col tempo, hanno finito per capire che, se ben controllata, la rete sarebbe divenuta con minimo sforzo lo strumento-chiave del loro controllo-dominio. Nel momento in cui scrivo queste righe, tale dominio non è ancora completo: per certi versi infatti Internet, e tutte le sue possibili applicazioni con i social di massa, costituisce tuttora un baluardo di libertà per chi lo sappia usare con parsimonia, intuizione e una buona dose di discernimento. Ma è sicuramente in atto un processo volto a instaurare su di esso un controllo estremo, tramite strumenti quali la sovra informazione e la saturazione dei dati, che spoglia di ogni significato i dati essenziali, oltre ad una serie di strategie mirate a creare dipendenza nell’utente o a vincolarne le scelte.
Agli inizi si parlava di “rivoluzione” di Internet: oggi Internet è ormai una realtà acquisita, ma la rivoluzione che doveva portare è solo un ricordo. Siamo di fronte a un metodo decisamente nuovo di suggestionare e controllare le masse. Un tempo, per avere il sopravvento sulle voci libere e metterle a tacere, si ricorreva alla violenza e alla giustizia sommaria. Ai giorni nostri, se emerge una voce scomoda per il sistema, basta seppellirla sotto una valanga di informazioni generanti un acuto moralismo, pigmentato di emozioni negative di frustrazione e rabbia, più o meno deliranti e sempre di segno contrario, che finiscono per togliere ogni valore e ogni credibilità a ciò che dice. E poi si sa che la libertà, sotto qualsiasi forma, (dis)turba sia i potenti che i paurosi; quest’ultimi per comodità preferiscono assoggettarsi e servire un potere prestabilito, meglio se tangibile e “temporale”, che garantisca loro protezione e sostegno: d’altronde non esiste padrone senza schiavo e non è contemplato schiavo senza padrone.
Tutto ciò è reso possibile quando si agisce facendo leva sui livelli sottili della psiche attraverso la manipolazione mirata delle emozioni; i pensieri compulsivi e negativi ne sono solo una diretta conseguenza. Pochi sanno che le emozioni costituiscono la partitura “musicale” e anche sostanziale delle parole, e non solo, poiché trasmettono loro l’intenzione, ovvero il movimento necessario perché diventino forme finite, vive e creatrici. Per cui saper manipolare le parole ad arte attraverso l’informazione controllata (propaganda) di fatto permette di manipolare gli stati emotivi delle masse. In effetti, l’emozione è un movimento dell’anima che conferisce allo spirito-luce il potere, attraverso la vibrazione-suono, di influire sulla materia, e questo vale sia in senso positivo che negativo. Il moto delle emozioni, magia dell’energia psichica, ha il potere di modificare sia le forme costituite che la trama degli eventi. Tutte le emozioni ruotano sempre attorno a un preciso obiettivo dal raggiungimento del quale si spera, consciamente o meno, di poter trarre vantaggio e profitto, o al contrario si teme di non trarne alcuno.
Ogni emozione, quindi, è sempre orientata verso un fine conscio o inconscio; in altre parole, è sempre associata a una motivazione, e qualora l’individuo non abbia una motivazione di ordine superiore, per osmosi è assorbito dall’ideale collettivo e quindi, nel nostro caso, indotto alla sudditanza inconsapevole del sistema.

In virtù di tutto ciò, la priorità è di vigilare sulle proprie emozioni, chiarificare i propri pensieri per dare slancio positivo alle motivazioni della propria Essenza. In questo momento l’azione cosxiente equivale a distaccarsi da suggestioni ingannevoli, e da tutte quelle paure che possono restringere la nostra piena Libertà di volere, di agire, di amare e di pensare. Con lucidità e fiducia, bisogna di buon grado saper trarre il meglio da questo imminente passaggio; accettare che la realtà delle cose sia quella attuale ci pone in una posizione di accettazione e dunque privilegio, negarne anche solo in parte l’evidenza ci induce rassegnazione e certa sottomissione.

La Libertà è scegliere di operare consapevolmente per superare i limiti e le difficoltà che la vita in questo preciso momento ci pone. Questo messaggio è rivolto a tutti coloro che, arditi, sanno cogliere l’impeto della Volontà Divina che da sempre opera segretamente al Servizio di tutti noi.

Potere, Amore e Luce è il triplice abbraccio con cui ci raccogliamo tosti, per attraversare questo inevitabile momento di transfigurazione.

– MMXX –

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