I Vivi e i Morti

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La sola cosa che l’uomo dovrebbe fare con assiduità è conoscere se stesso.

Nel sonno della cosxienza, la Vita scorre inesorabile, ci precede e ci succede. Nel sonno è tutto uguale, tutto scorre ripetitivo, abituale, fino alla morte; non c’è evoluzione, nessuna concreta trasformazione avviene senza uno sforzo consapevole. Avere un lavoro o essere disoccupati, avere un partner o essere soli, essere di quel credo o dell’altro, non fa nessuna differenza se si è preda di un sogno ad occhi aperti, quantunque questo sia osannato dalla società e ostentato dalla cultura dominante.

Nello sforzo consapevole di ridestarsi dal sonno della cosxienza, in ogni singolo atto rivolto alla Verità che ci anima, si percepisce la netta differenza fra le tendenze preconcette della personalità predatrice, manchevole e incompiuta, e l’intimo desiderio di essere cosxienti della vera abbondanza e pienezza della Vita, che ci invita a vivere, ad essere.
Per uscire dal pantano mondiale in cui versa oggi l’umanità, bisogna smetterla di stare dietro ai “morti” che si credono vivi, e che non fanno altro che trascinarsi dietro i cromosomi stanchi dei propri avi.

Sentire il richiamo dello Spirito che alberga in ognuno, questo è ciò che conta.
Chi ha tempo non perda tempo.

 

“Seguimi e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. (Matteo 8, 21)

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Hermes

ispirato dal volume “Realtà in Movimento” (Sei Altrove Edizioni)
immagine in apertura: affresco del Duomo di Atri (Teramo)

 

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