Legione straniera

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Siamo facilmente influenzabili, profondamente inclini alla suggestionabilità. I nostri pensieri e le nostre emozioni, se le si osserva attentamente, non ci appartengono. Loro sono programmati in noi attraverso le credenze, le mode, l’educazione e l’istruzione. Noi attribuiamo loro un’aria di individualità, ma in verità siamo pensati, guidati, obbligati a sentirci e credere in determinati modi. Le corde che governano le nostre azioni non sono nelle nostre mani, anzi, i fili che muovono le nostre vite sono . . . altrove. Diciamo: “Io desidero questo”, “Io la penso così”, “Io voglio fare questo”, ma questo modo di intenderci è un errore. Non esiste un tale Io, piuttosto ci sono centinaia, migliaia di piccoli “Io” in ognuno di noi… Proprio ora era un pensiero, ora è un desiderio, ora una sensazione, ora un altro pensiero, e così via, infinitamente. L’uomo è una pluralità in movimento che si crede stabile e fisso, e il suo nome è legione.

La maggior parte delle persone, non ammette mai a sé stessa che è così che funziona il proprio mondo interiore, ed è giusto così. Costoro chiamano il proprio sognare ad occhi aperti, “pensare”, e le proprie emozioni negative, sincerità, altruismo, generosità. Fingono con sincerità di avere un’intenzione dietro le loro azioni, immaginano di possedere buoni propositi e di essere padroni della propria vita. Ma al tempo, chiunque sperimenta sulla propria pelle la vera realtà delle cose, restandone folgorato, realizza che la Verità della Vita è appena al di là di tutto ciò che ha pensato e creduto di essere fino a quel dato momento.
Nel Vangelo di Marco, Gesù affronta questo tema con un uomo posseduto da demoni, a cui chiede il suo nome. L’uomo, in modo spontaneo e veritiero, risponde: “Il mio nome è legione, perché siamo molti”.

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Hermes

 

 

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