Proiezioni

Il mondo è una nostra proiezione. Ogni esperienza che ci irrita rivela sempre un riflesso del conflitto che, analogo, ancora soggiace in noi.

Quando qualcuno ti irrita è probabilmente perché: vedi in lui una parte di te che non ti piace. Rifiuti di vedere quella qualità in te, per cui non ti piace vederla riflessa nemmeno in un altro.
Il modo in cui quella persona ti maltratta rispecchia il modo in cui maltratti te stesso. Il modo in cui la stessa persona non ti riconosce rispecchia il tuo non accettarti e non riconoscerti.
Forse ti ricorda qualche difetto al quale sei attaccato o che fai fatica a riconoscere in te: qualcuno che non hai perdonato, qualche limitazione con la quale non ti sei riconciliato e comunque qualcosa che non accetti di te.
Quando qualcuno non ti permette di distorcere la verità come fai di solito, oppure non si presta al tuo gioco, non sostiene le tue illusioni preferite e non si presta ad ignorare per comodità ciò che è ovvio e reale, assume un atteggiamento che può innescare in te un’enorme irritazione, un fastidio “caldo” che ha il sapore ora della paura e poi della rabbia.

Qualunque sia la situazione che ti irrita, se sei attento, essa può rivelarsi un utile strumento, un vantaggio, oppure in caso contrario può essere materia di conflitto, e viene sprecata.
Puoi a questo punto permetterti di guardarti dentro e indagare quale paura è ancora sepolta, quale dolore è nascosto, quale rabbia è ancora repressa e permetterti di restare sull’emozione, sulla verità che senti, ed eventualmente soffrire consapevolmente.
Oppure puoi restare a guardare le tue proiezioni riflesse all’esterno, e continuare ad incolpare qualcosa o qualcuno dei tuoi guai, delle tue pene, dei tuoi limiti, dei tuoi conflitti e delle tue sofferenze.
Puoi imparare e crescere grazie a queste situazioni, oppure rifiutarle e perdere preziose occasioni. In questo caso il tuo Essere deve ricreare nuovamente situazioni corrispondenti, per un numero infinito di volte, finché alla fine non riuscirai a comprendere il gioco, assumendoti la responsabilità delle tue creazioni.

Quando ti rendi conto che qualcuno ti sta facendo soffrire, puoi scegliere la sofferenza consapevole ed essere grato a quella persona, perché in quel momento, essendo il tuo specchio, si rivela il tuo insegnante. Egli è esattamente quello che tu proietti all’esterno per conoscerti, e ha attivato un “pulsante” a te ancora invisibile nel tuo mondo interiore.

Questo modo di interpretare la realtà è un formidabile strumento, è l’Arte pratica che ci permette di fare un passo in più verso la conoscenza di sé e la Libertà.

Hermes

Tratto da La Sacra Realtà – Atto II: L’Avvento dell’Uomo N-Uovo (Sei Altrove Edizioni), dove potete leggere il brano integrale, dal titolo “Tra il dire e il Fare – Di mezzo ci sei Tu” (pag. 33-34)
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