Temperanza

L’uomo, fatto a immagine di Dio, ha il Potere innato di creare e plasmare la propria Realtà.
Il nostro Lavoro è rivolto ad una incessante tensione verso il Bene, per conoscere il “male” partorito dalla nostra ignoranza, che quale impulso vivificante modella e rettifica la tendenza conservatrice rivolta unicamente alla divisione e alla paura.
Il nostro Lavoro rende autentici, ponendoci ai margini di queste strutture che limitano il nostro divino potere. L’essere “diversi” produce dei precisi effetti collaterali, delle prove; la diversità non è accettata dalla massa poiché induce paura, e questa paura crea resistenza e conflitto, che nel migliore dei casi determina l’esclusione e l’alienazione sociale. Tuttavia esistono delle precise leggi evolutive che mettono al riparo tutti coloro che, allineati alla propria Essenza, procedono sulla scia del rinnovamento evolutivo. La legge di Analogia (similia similibus) opera incessantemente per armonizzare questo processo in ogni piano di realtà. Giova precisare che gli individui maturi e consapevoli di sé esercitano sempre un’attrazione sulle persone migliori, mentre coloro che si rendono desiderabili solo per l’ostentazione degli aspetti superficiali del proprio io non troveranno grazia che presso le persone profane, volgari, piccole ed egoiste.
Il simile attira il simile su ogni piano, questa è la Legge.
Gli individui che sviluppano moderazione e sono rivolti alla propria natura essenziale attraggono tutti coloro che sanno andare oltre le apparenze, e che hanno già sviluppato un’inclinazione verso ciò che in loro è Reale e Divino. Al contrario, chi risuona nel conflitto, nella competizione e nell’intemperanza, attrarrà a sé solo ciò che gli è affine, consolidando la struttura di superficie che si nutre della più bassa animalità, intrisa nel grezzo e basso edonismo.
Questo è il motivo per cui nelle società massificate, l’individuo temperante passa inosservato (il che in realtà è ciò che desidera), a differenza degli uomini “normali”, grossolani e immaturi, che possono divenire molto popolari ed avere successo, sebbene la loro popolarità, essendo legata all’effimero e alla competizione, non duri nel tempo cedendo il passo prima o poi al fallimento, alla frustrazione e alla sofferenza.
In un mondo dove tutti urlano, l’individuo temperante parla sottovoce; dove tutti si lamentano e giudicano, egli ascolta e osserva; dove tutti vogliono essere riconosciuti e visti, egli rimane in penombra e accetta ciò che è; dove tutti vogliono conquistare, possedere e avere sempre di più, egli lavora al non attaccamento ed è grato all’esistenza per ciò che la vita gli dona ogni singolo giorno. Questa sana moderazione, che potremmo definire mediocrità, permette di non disperdere preziose energie per il Lavoro su di sé.

Hermes

Tratto da La Sacra Realtà – Vol. II: L’Avvento dell’Uomo N-Uovo, Sei Altrove Edizioni, pag. 52-53
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